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Dio ci salvi dai gruppi whatsapp (delle mamme)!

Se avete dei figli in età scolastica non potete non essere inserite nel gruppo whatsapp …

Dio ci salvi dai gruppi whatsapp (delle mamme)!
Dio ci salvi dai gruppi whatsapp (delle mamme)!

Se avete dei figli in età scolastica non potete non essere inserite nel gruppo whatsapp della classe. Ci siamo capite, non ditemi che la cosa vi rende felici perché non ci credo. Potete dire che è utilissimo, che se uno dimentica i compiti le altre mamme sono subito pronte a dire cosa c’è da fare, e se un figlio combina qualcosa in classe le altre mamme sono subito pronte a venirtelo a dire (o a raccontarlo in un altro gruppo creato per parlare male del tuo bambino rompipalle).

Ci sono periodi dell’anno in cui il gruppo whatsapp si anima all’improvviso: a dicembre per organizzare la cena di classe natalizia e regalo all’insegnante, così come all’avvicinarsi di giugno con la scelta della data migliore per la festa di fine anno. Data che solitamente non accontenta mai tutti e innesca polemiche infinite. Ho visto amicizie tra mamme della scuola rovinarsi per una festa di compleanno fissata nel giorno sbagliato. E mamme non parlarsi più perché qualcuna ha osato togliersi dal gruppo per poter ritornare a vivere senza interruzioni continue.

Eh sì, perché i gruppi di classe su whatsapp sono un’arma a doppio taglio, a volte anche triplo. Se da un lato sono utilissimi per comunicazioni di servizio, del tipo che la maestra è una stronza ad avere dato così tanti compiti ai nostri poveri bambini nelle vacanze di Natale rovinando le ferie a tutta la famiglia, dall’altro lato sono uno stress perché fomentano le mamme logorroiche a non smettere mai di dire qualcosa: ‘Chi va alla festa di Giulia?’, ‘Chi raccoglie i soldi per il regalo di fine anno alla maestra?’, ‘Chi fotografa i compiti di matematica possibilmente già fatti, please?’, eh sì, perché i figli scansafatiche da qualcuno avranno pur preso.

Il problema vero però non sono le domande postate nel gruppo, sono le risposte che arrivano a fiume ogniqualvolta tu stai lavorando, sei rilassata a guardarti una serie tv senza i figli intorno e tutto vorresti leggere sul tuo smartphone fuorché le risposte ai quesiti amletici delle mamme della scuola. Potresti silenziare le notifiche, direte voi. Certo, ma poi comunque quando prendi in mano il telefono e vedi 43 in rosso sul logo whatsapp ti prende un colpo, poi capisci che sono tutte e 43 appartenenti allo stesso gruppo e fai scuocere la pasta perché ti perdi a leggere cosa diavolo c’era di così importante.

A pensarci bene credo di capire perché i millennials sono schiavi dei social, cresciuti a pane e notifiche dalle loro mamme che mentre li allattavano già formavano gruppi whatsapp… anzi no, a quei tempi whatsapp non c’era ancora, le mamme scrivevano ogni singola prodezza dei loro figli sui blog, altra era geologica, stesso esibizionismo.

Anna Gatti

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