Ci sono tante coppie che non hanno rapporti sessuali, anche se si conoscono da tempo, sono sposati, vivono nella stessa casa e dormono nello stesso letto; solitamente entrambi i partner non hanno mai avuto alcun tipo di precedente esperienza sessuale e anche successivamente al matrimonio, vivono un rapporto di coppia che si avvicina molto a quello di un fratello ed una sorella, caratterizzato da affetto, complicità, ma spesso privo di carica erotica e della condivisione dell’intimità di coppia. Quando ciò accade tra marito e moglie, parliamo di un matrimonio bianco, ovvero non consumato.
Definire con esattezza questo fenomeno non è semplice ed in letteratura ci sono differenti definizioni che riflettono la cultura, i valori e l’ideologia del contesto geografico in cui una simile situazione di verifica. Per alcuni, il matrimonio bianco consiste in un fallimento nell’avere un rapporto sessuale penetrativo all’inizio delle nozze, insuccesso che si verifica nelle prima notti di matrimonio e viene chiamato “impotenza da luna di miele”; per altri il tempo si estende ai 3 mesi di convivenza, per altri ancora questa difficoltà si è presentata regolarmente e permane ancora; sicuramente in comune hanno un importante fattore di stress e preoccupazione per i membri della coppia, che non riescono a vivere a pieno la loro sessualità
L’Istituto di Sessuologia Clinica ha studiato il matrimonio bianco in maniera approfondita e di recente ha pubblicato un articolo sulla Rivista di Sessuologia Clinica, in cui è stata fatta una revisione della letteratura e sono stati indagati svariati fattori.
Un importante aspetto osservato è stato quello culturale, in particolare si è notata la differenza tra società mediorientali ed occidentali.
Nelle prime, insieme ai paesi conservatori, le coppie sono fortemente dissuase dall’avere una sessualità prima del matrimonio per l’influenza di norme religiose e di tabù culturali e sociali; successivamente al matrimonio ci si aspetta che i nuovi sposi abbiano il loro primo rapporto sessuale la prima notte di nozze, nella stessa casa in cui si trova la famiglia d’origine che verifica personalmente che ciò sia accaduto, e ogni eventuale ritardo, o astensione viene interpretata come insolita e problematica, richiamando l’attenzione sia famigliare che sociale che spinge all’intervento immediato. Contrariamente accade nei paesi occidentali in cui la sessualità spesso può essere consumata ante matrimonio e anche nel caso in cui ci siano difficoltà dopo il matrimonio, rimane una questione riguardante esclusivamente la coppia, mentre la famiglia è tenuta poco informata e coinvolta. Questa diversità può spiegare la differenza di tempistica prima della consultazione di uno specialista.
Quali possono essere i motivi per non vivere la sessualità di coppia?
Secondo la letteratura, la principale causa è individuata nel vaginismo primario, che consiste nella contrazione della muscolatura vaginale tale da impedire la penetrazione necessaria al coito e spesso anche dello speculum durante la visita ginecologica; ulteriore motivo può essere un’eiaculazione precoce del partner (talvolta anche ante portam) una disfunzione erettile primaria, ma anche secondaria ad un problema di vaginismo, a seguito della frustrazione dopo vari tentativi che sono andati falliti.
Altri fattori che possono incidere sull’evitamento del rapporto sessuale sono l’ansia da prestazione, scarsa esperienza, paura del fallimento sessuale e paura di essere rifiutati dal partner; un importante ruolo, soprattutto nelle società occidentali, è svolto dai mass media che propongono modelli sessuali omologanti e stereotipati, rappresentando le donne come seducenti e gli uomini perennemente attivi e vogliosi, entrambi spesso non in grado di sostenerli.
Il matrimonio bianco non è riconosciuto nella tassonomia delle disfunzioni sessuali, e spesso viene confuso con il disturbo da desiderio sessuale ipoattivo, fobia sessuale, o altre condizioni individuali; inoltre è difficile valutarne anche la prevalenza, perché, appunto, nelle società occidentali le coppie tardano ad arrivare ad una richiesta di aiuto, per sentimenti di vergogna e di inadeguatezza, e quando lo fanno è solo perché decidono di avere un figlio.
Vanessa Russo
Per maggiori informazioni sul tema segnaliamo il servizio di consulenza telefonica gratuita dell’Istituto di Sessuologia Clinica di Roma (ISC) disponibile dal lunedì al giovedì dalle 15:00 alle 19:00 al numero 06 85356211. Un team di psicologi con specializzazione in sessuologia clinica risponderà alle vostre domande e fornirà indicazioni utili rispetto ai temi della sessualità.