Negli ultimi anni è molto cresciuto l’interesse verso la chirurgia estetica genitale femminile, così come le richieste da parte delle donne di sottoporsi a tali tipi di intervento. Nonostante i progressi scientifici permettano di risolvere problematiche fisiche su cui prima non era possibile intervenire, ci si chiede come mai ci sia tanto interesse a modificare parti del proprio corpo, ed in particolare parti così intime, delle volte solo per motivi puramente estetici, tanto da arrivare a sottoporsi ad interventi invasivi e irreversibili come la chirurgia.
L’immagine corporea e la soddisfazione ad essa relativa influenzano l’autostima e incidono sul benessere psicologico, relazionale e sessuale. La medicina estetica nasce con il proposito di migliorare il benessere psicofisico delle persone permettendo di correggere anomalie o difetti fisici che vanno a ledere l’immagine corporea o a creare problemi funzionali. Così come l’immagine corporea, l’immagine genitale è molto importante per la salute sessuale perché i genitali sono fortemente associati all’identità maschile e femminile. Un’immagine positiva dei propri genitali influenza l’autostima, la sensazione di essere attraenti e la self-confidence, con ricadute positive sul funzionamento e sulla soddisfazione sessuale. Non è difficile, perciò, immaginare come mai ci sia molta attenzione rivolta al proprio corpo in generale e ai propri genitali nel particolare.
L’insoddisfazione relativa ai propri genitali e la conseguente grande richiesta di interventi chirurgici per modificarne forma e dimensioni è una realtà fortemente in aumento negli ultimi anni in ambo i sessi, in particolar modo nel femminile. In particolare, il trattamento più richiesto e utilizzato è la labioplastica (ingrandimento/riduzione delle piccole/grandi labbra). Tale intervento è indicato nei casi di asimmetria o ipertrofia delle piccole labbra. Sebbene ci siano delle indicazioni funzionali, questo intervento, come anche gli altri, è richiesto principalmente per motivi estetici, oltre che sessuali ed emotivo-psicologici. Solitamente le donne che si sottopongono a tali interventi si ritengono soddisfatte e riportano un miglioramento dell’immagine genitale e dell’autostima e di conseguenza della soddisfazione sessuale e del benessere psicologico. Tuttavia, da alcuni studi sembra emergere che alcune donne riportano un risultato non conforme con le aspettative e nessun miglioramento del vissuto emotivo relativo alla sessualità. La sessualità, infatti, non dipende solo da un buon funzionamento fisico, ma anche da variabili più prettamente psicologiche e relazionali che dovrebbe essere analizzate in una consulenza ad hoc, per evitare che atti chirurgici si sostituiscano ad un lavoro di comprensione e di accettazione. Tra i fattori che possono influire sulla soddisfazione post-operatoria, sembrano avere un peso importante i motivi sottostanti alla richiesta d’intervento: le donne che hanno motivi esclusivamente estetici sono meno soddisfatte dei risultati post-operatori rispetto alle donne che hanno motivi di tipo funzionale. Questo perché quando i motivi sono funzionali è più semplice valutare cosa c’è che non va e cosa e come deve essere quindi modificato e, successivamente, se l’intervento è riuscito o meno. I motivi estetici, invece, basandosi su parametri soggettivi rendono più difficile la valutazione oggettiva post-intervento. Questo dato suggerisce ancora una volta che si debba fare un’attenta valutazione prima di intraprendere questo tipo di interventi.
Quindi, se da un lato questi interventi costituiscono una risorsa utile per il benessere femminile quando ci sono motivi funzionali o “reali” anomalie, il dibattito e le preoccupazioni emergono quando i motivi sono di carattere estetico e ci si interroga su se e quando si può parlare di normalità e anormalità vulvo-vaginale. In realtà, esiste una normale grande variabilità tra donna e donna. Più che parlare di normalità sembra si stia rincorrendo un modello di “Ideal Vagina”, rappresentata da genitali esterni piccoli e simmetrici, con le piccole labbra non visibili e l’introito vaginale molto stretto, simili a quelli pre-puberi, il cosiddetto “barbie doll look”. Questo ideale di bellezza non è rappresentativo della realtà, ma è legato a standard culturali. Le immagini diffuse dalla pornografia o in generale dai media sembra stiano influenzando negativamente l’immagine dei genitali femminile con il risultato di un maggiore ricorso alla chirurgia per raggiungere questa “ideale normalità”. Il rischio è di creare un problema che in realtà non sussiste. Questo è ancora più vero per le adolescenti, fortemente influenzate dagli standard veicolati dai media e in una fase di vita in cui il corpo sta andando incontro a diverse modifiche. Per questo viene suggerita una particolare attenzione per l’esecuzione di tali interventi in questa fascia d’età, da considerare nei casi in cui ci sia la presenza di motivi funzionali e non prettamente estetici.
Delle volte anche quando non ci sono reali anomalie fisiche, possono esserci delle parti che non piacciono e a causa di questo la persona può sentirsi molto a disagio. Il disagio è qualcosa di soggettivo, non si può decidere cosa è giusto crei disagio, cosa no e in che grado debba farlo, perciò ognuno ha il diritto di cambiare qualcosa se questo significa poter sentirsi meglio con se stesso. Bisognerebbe, però, capire se il disagio rispetto alle proprie forme del corpo, e nello specifico ai genitali, siano imputabili agli standard di bellezza irraggiungibili, perché in quel caso sarebbe utile agire in maniera preventiva sulla diffusione di messaggi più reali che possano avere un effetto positivo sull’immagine corporea e genitale, in modo tale che le donne possano sentirsi bene con il proprio corpo così com’è. Le donne dovrebbero avere il diritto di modificare l’aspetto e il funzionamento dei propri genitali però non sulla spinta della moda o del senso di inadeguatezza ma su una consapevolezza della scelta che viene effettuata.
Ci sono delle situazioni, inoltre, dove la sofferenza può essere percepita come legata solo a quella determinata parte del corpo che si desidera modificare, ma che in realtà ci sia qualcosa di più ampio e profondo, che non si risolve con interventi che agiscono sul corpo, ma che necessitano di un’attenzione da un punto di vista psicologico. È proprio su questo aspetto che è importante riflettere, per evitare che ci sia un massiccio ricorso a procedure estetiche che non si riflettono in un maggiore benessere, ma che possono concorrere, al contrario, nell’aumentare un disagio già esistente.
Per maggiori informazioni sul tema segnaliamo il servizio di consulenza telefonica gratuita dell’Istituto di Sessuologia Clinica di Roma (ISC) disponibile dal lunedì al giovedì dalle 15:00 alle 19:00 al numero 06 85356211. Un team di psicologi con specializzazione in sessuologia clinica risponderà alle vostre domande e fornirà indicazioni utili rispetto ai temi della sessualità.
Valentina Rossi
Istituto di Sessuologia Clinica