“Nonostante tutto, esistono ancora dei pregiudizi e il piacere femminile rimane a volte soffocato o inibito durante lo sviluppo della ragazza. I fattori educativi sono ancora improntati su quello che si definisce il “doppio standard”, cioè un modo diverso di porsi da parte delle figure di riferimento nei confronti del maschio e della femmina”
Per parlare del problema dell’anorgasmia abbiamo intervistato la Professoressa Roberta Rossi dell’Istituto di Sessuologia Clinica di Roma, e le abbiamo posto alcune delle domande più frequenti su questo argomento. Ecco cosa ci ha risposto.
Anorgasmia e difficoltà a raggiungere l’orgasmo sono la stessa cosa oppure vi è qualcosa che differenzia questi due ‘problemi’?
L’anorgasmia definisce la difficoltà della donna a raggiungere l’orgasmo, quindi due termini diversi per definire lo stesso tipo di disagio. E’ importante che questa difficoltà sia riferita dalla donna come tale, per evitare di patologizzare situazioni che tali non sono. E’ stato visto nel tempo che l’ orgasmo nella vita sessuale della donna non ha la stessa valenza che in quella dell’uomo. La donna sottolinea spesso l’importanza della soddisfazione sessuale determinata dalla vita di relazione più in generale, meglio percepisce il rapporto di coppia, il dialogo e l’intimità con il compagno, maggiore sarà la soddisfazione sessuale.
Spesso si differenzia l’orgasmo femminile in vaginale e clitorideo. Vale sempre questa distinzione, anche quando si parla di anorgasmia?
Questione antica, oggi superata dal punto di vista scientifico, ma ancora dura a morire nella visione comune. L’orgasmo è una esperienza unica, che vede coinvolte entrambe le strutture, la vagina e il clitoride, ognuna con una sua specifica: il clitoride rappresenta la parte sensoriale, il punto di partenza dello stimolo che viene poi accolto nella vagina attraverso le caratteristiche contrazioni tipiche dell’orgasmo. C’è poi tutta la parte soggettiva, il senso di coinvolgimento o meno con il partner che fa si che l’esperienza dell’orgasmo possa essere di volta in volta anche diversa, più o meno intensa, più o meno piacevole, pur parlando sempre di orgasmo.
Quello del piacere è un argomento molto importante, ma forse anche molto recente. In passato si attribuiva ben poca importanza al raggiungimento del piacere da parte delle donne…
In effetti l’attenzione al piacere femminile è una questione che solo di recente si è posta nell’ambito della coppia e da parte della donna nella sua vita sessuale. Sappiamo come le vicende culturali e sociali hanno sempre avuto una forte influenza sulle sorti della sessualità, e fino alla metà del secolo scorso la sessualità femminile aveva l’obiettivo principale della riproduzione, per il resto la donna doveva soddisfare il proprio compagno e null’altro. E’ stato il cambiamento culturale del ruolo della donna, con i primi movimenti femministi degli anni ’60 a dare un impulso ad una maggiore consapevolezza e ad una maggiore partecipazione nella sessualità da parte femminile. Le donne hanno rivendicato un ruolo attivo nella gestione della loro vita sessuale, e aperto la strada alla “scoperta” e valorizzazione del loro piacere.
Per quali motivi una donna può non essere in grado (o non essere più in grado) di raggiungere l’orgasmo durante il rapporto sessuale o la masturbazione? Quali sono le cause più frequenti?
Nonostante tutto, esistono ancora dei pregiudizi e il piacere femminile rimane a volte soffocato o inibito durante lo sviluppo della ragazza. I fattori educativi sono ancora improntati su quello che si definisce il “doppio standard”, cioè un modo diverso di porsi da parte delle figure di riferimento nei confronti del maschio e della femmina. Al maschio sono concessi dei privilegi di cui le ragazze non godono, anzi a volte per loro diventano delle forme ulteriori di controllo. Manca una educazione alla sessualità che aiuti a sottolineare l’importanza della conoscenza e delle reazioni del proprio corpo, della reciprocità tra i sessi, del rispetto e della comunicazione, per una migliore sessualità futura. Oltre a tutto questo ci sono poi dei fattori individuali, legati a caratteristiche personali, quali quelle del controllo e dell’ansia, che impediscono di poter lasciarsi andare all’esperienza sessuale senza timori. Altre volte la motivazione può risiedere nel rapporto di coppia, conflitti e tensioni hanno, infatti, una ricaduta negativa sulla sessualità sia dell’uomo che della donna. Non dimentichiamo poi che alcuni farmaci possono influire sulla risposta sessuale, quindi è sempre bene valutare tutte le possibili concomitanze.
Fingere l’orgasmo. Una pratica molto più diffusa di quanto si possa immaginare, anche stando al feedback che riceviamo dalle nostre lettrici. Perché si arriva a fingere l’orgasmo, ed è giusto fingerlo oppure si rischia di aggravare una situazione (se di origine psicologica) già di per sé problematica?
Bisogna analizzare il punto di partenza della finzione: ci sono donne che fingono perché si vergognano ad ammettere che non provano l’orgasmo, pensano di essere donne monche, e inoltre non vogliono deludere il proprio compagno. In questi casi la finzione nasconde la difficoltà e protegge la donna dal prendere in seria considerazione la possibilità di un aiuto, oppure dal mettere in crisi la coppia. In altre situazioni, donne che non hanno nessun problema legato al piacere, fingono saltuariamente per non mettersi nella situazioni di dover dare delle spiegazioni al partner sul “mancato obiettivo” e quindi, anche in questo caso, per non dispiacerlo. Infatti, il mancato raggiungimento dell’orgasmo da parte femminile rischia di essere vissuto dall’uomo come una sua incapacità di essere un buon amante e di innescare un circolo vizioso nella coppia. In entrambi i casi che abbiamo descritto mi sembra di poter intravedere un problema di fondo: la scarsa comunicazione nella coppia.
Cosa fare?
La donna deve essere motivata a voler cambiare lo stato delle cose, può essere sollecitata dal partner, ma deve essere lei a riprendere in mano il rapporto con il suo piacere. Laddove ci sia questa motivazione, il passaggio successivo è quello di rivolgersi ad un sessuologo, che, dopo attento ascolto della difficoltà e della storia della donna e della coppia, indicherà la strada da percorrere.
Molti uomini, convinti che la partner finga l’orgasmo, ci scrivono per chiedere come fare per capire se si tratta di un orgasmo vero o di una ‘recita’. Cosa risponderebbe a questi uomini (che sono molti)?
Vorrei rassicurarli e dirgli che l’orgasmo non è un traguardo da tagliare in ogni rapporto, vorrei dirgli di non essere troppo attenti ai segnali del vero e non vero e di godersi maggiormente l’intimità con la propria compagna. Distogliere l’attenzione eccessiva, facilita il rilassamento di entrambi.
La colpa, se di colpa si può parlare, può essere del partner? Può esistere una forma di ‘anorgasmia selettiva’ in base al partner?
Sì certo, possono esserci anche uomini poco esperti, poco attenti alle esigenze femminili tanto da non sapere come muoversi sul corpo della propria compagna, ma l’esperienza e la comunicazione spesso aiuta a superare anche queste difficoltà. Non tutte le donne sono uguali e reagiscono allo stesso modo alle stimolazioni, e questo è spesso vero anche per gli uomini, quindi parlarne e conoscersi meglio è un aspetto importantissimo.
Perchè gli uomini, salvo eccezioni, riescono sempre a raggiungere l’orgasmo, in qualsiasi situazione, mentre le donne hanno solitamente bisogno di più tempo e situazioni diverse?
Si dice spesso che uomini e donne sono diversi, nella sessualità questo emerge in modo evidente, la donna predilige un tempo nella sessualità fatto di baci, carezze, parole, i cosiddetti preliminari, che servono a rinforzare l’intimità e a far crescere l’eccitazione, d’altro canto l’uomo ha una eccitazione spesso più immediata, e predilige un passaggio più diretto alla penetrazione, trovare l’equilibrio tra questi tempi è un po’ il segreto di una esperienza sessuale soddisfacente per entrambi, nel rispetto di due modi diversi di vivere la sessualità.
Quello dell’orgasmo simultaneo tra i due partner è un mito, un obiettivo auspicabile ma difficile da raggiungere, un fatto che dovrebbe essere frequente e se non lo è significa che c’è un problema?
Proprio per quello che dicevamo prima, l’orgasmo simultaneo è un mito che rischia di essere rincorso a tutti i costi, a volte con conseguenze disastrose per la coppia. Alcune coppie riescono comunque ad avere una contemporaneità di piacere, quindi non escludiamo a priori questa possibilità, l’importante è che non diventi un dovere nella coppia.
Grazie
Margherita.net
Si ringrazia la Professoressa Roberta Rossi
Istituto di Sessuologia Clinica www.sessuologiaclinicaroma.it
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