Vi siete mai chiesti perché alcune diete sembrano ‘miracolose’ e in pochi giorni vi fanno perdere molto peso, mentre altre sono più lente e ci impiegate molto di più a vedere l’ago della bilancia scendere? E’ un po’ anche la diatriba del momento, tra i sostenitori delle diete iperproteiche (quelle che escludono i carboidrati a favore di carne, pesce e uova) e i sostenitori delle classiche diete ipocaloriche, in cui si diminuiscono drasticamente le quantità di cibo, ma senza escludere gruppi di alimenti.
Un rischio comune a entrambe le diete c’è, ed è quello di riprendere in poco tempo, spesso con gli interessi, il peso perso con tanta fatica. Quale dieta scegliere allora? E come fare a non riprendere i kg persi? Se dobbiamo investire le nostre energie, soprattutto emotive, in una dieta dimagrante, meglio sapere prima quale dieta fa al caso nostro. Abbiamo chiesto alla Dottoressa Paola Signorelli, specialista in Scienza dell’Alimentazione e Dietetica, quale dieta sia preferibile:
Partiamo dalle diete in cui le proteine sono le protagoniste, molto di moda ultimamente. I detrattori le accusano di nuocere alla salute se protratte a lungo. Lei è d’accordo? Ci può spiegare perché sembrano funzionare più velocemente di quelle semplicemente ipocaloriche?
E’ bene fare una netta differenza tra dieta iperproteica ipocalorica e dieta iperproteica chetogenica (senza o con pochissimi carboidrati):
La dieta iperproteica e ipocalorica è una dieta ricca di proteine che mantiene costanti i livelli di insulina, aumenta il metabolismo basale, stimola la lipolisi e di conseguenza il dimagrimento.
Una dieta iperproteica favorisce la secrezione di ormoni anabolici come il testosterone e il GH. Tale effetto è importante anche nelle donne per dare compattezza e tonicità ai tessuti durante il dimagrimento.
Effettivamente un simile regime alimentare ha una certa efficacia nel favorire l’aumento della massa magra e la riduzione del grasso corporeo. Per tutelare la propria salute è tuttavia importante che l’iperproteicità sia soltanto uno degli aspetti della dieta e che il concetto non venga portato agli estremi. Tutte le diete che estremizzano un determinato concetto nascondono infatti dei risvolti negativi.
La dieta iperproteica chetogenica funziona nell’immediato, ma sottopone l’organismo ad uno stress continuo e non salutistico. Praticamente il gioco non vale la candela e la dieta chetogenica, sia pur efficace sotto certi punti di vista, può e deve essere sostituita con altri regimi alimentari meno dannosi ed ugualmente efficaci
In ambito terapeutico, la dieta chetogenica è consigliata ai bambini di età inferiore ai 10 anni sofferenti di forme epilettiche non completamente controllate dalla terapia farmacologica. L’instaurarsi di uno stato di chetosi è infatti correlato ad una riduzione dell’incidenza degli attacchi epilettici. La dieta chetogenica si basa sul presupposto che un’alimentazione ricca di proteine e lipidi e molto povera di carboidrati mantenga costanti i i livelli di insulina evitando l’accumulo di grasso e favorendo il suo utilizzo a scopo energetico. Diminuendo i livelli di glucosio oltre i limiti raccomandati il corpo sarà costretto ad attingere energia da altri substrati quali proteine e lipidi. Il rischio quindi è quello di utilizzare massa muscolare a scopo energetico, quindi di dimagrire molto velocemente ma perdere di compattezza e tonicità tessutale.
La Glucogenesi è un processo che porta alla formazione di glucosio a partire dallo scheletro carbonioso di alcuni aminoacidi. Questo processo assicura un apporto costante di energia anche in condizioni di carenza di glucosio ma costringe fegato e reni a lavorare di più per eliminare l’azoto.
Evitare di assumere glucosio tramite la dieta e costringere il corpo a scindere le proteine è un processo, se protratto per troppi giorni, piuttosto stupido, perché intossica l’intero organismo e lo fa lavorare inutilmente.
In ogni caso tutto questo lavoro aumenta la quantità di calorie bruciate (effetto termogenico) e stimola la secrezione di ormoni che favoriscono lo smaltimento del grasso e sopprimono l’appetito. Per tutti questi motivi l’efficacia della dieta chetogenica è tutto sommato elevata.
Sottoporsi a un regime alimentare dietetico è fattibile. Ma il problema spesso è continuarlo a lungo ed evitare l’effetto rimbalzo. Perché una volta individuato il proprio ‘stile di vita alimentare’ il rischio di tornare alle cattive abitudini è così alto?
Spesso il problema è anche del terapeuta che non spiega al paziente che seguire una dieta deve essere anche un’occasione per imparare ‘buone e sane’ regole da mantenere per tutta la vita che comunque bisogna imparare anche ad infrangere. Non è facile ma neppure impossibile fare un ‘reset’ delle abitudini. In pazienti dove la componente cognitivo comportamentale è da prendere molto in considerazione è bene affrontare anche strategie piu’ ‘psicologiche’ che ‘nutrizionali’, per esempio consigliando letture adatte o una bella chiacchierata per un coaching psicologico.
Lei prima di prescrivere una dieta ai suoi pazienti cerca le intolleranze alimentari del paziente. Perché essere intolleranti verso qualche cibo influisce sul successo di una dieta dimagrante?
Il mondo delle intolleranze è veramente un oceano pericoloso se mal gestito. Nulla di veramente scientifico è oggi a disposizione del medico. Io personalmente, nonostante il mio rigore professionale, accetto quotidianamente di utilizzare il metodo EAV per le intolleranze alimentari perché mi dà un orientamento veramente, veramente efficace nella gestione della dieta del paziente. E’ ovvio che se non conoscessi la Scienza dell’Alimentazione, non potrei, solo con le intolleranze dare strumenti risolutivi ed efficaci al paziente. Sul mio sito c’è una spiegazione approfondita del test che studia quali sono gli alimenti che non rappresentano il ‘carburante’ ideale per le nostre cellule
E’ possibile trovare con l’aiuto di uno specialista la dieta adatta a noi e seguirla sempre, senza considerarsi per questo in un regime di privazione per tutta la vita?
Credo proprio di sì, anzi, sì. Dipende dalla motivazione e dal desiderio di dare un peso maggiore al cibo che veramente è la nostra prima medicina.
Lo stile di vita frenetico, secondo la sua esperienza, è conciliabile con un regime alimentare sano ed equilibrato?
Assolutamente sì. Un conto è, se siamo di fretta, mangiare un toast prosciutto e formaggio o un panino con bresaola, un conto è mangiare pizza, fast food o panini con affettati e salse di ogni natura… se abbiamo piu’ ‘coscienza nutrizionale’ è più facile scegliere anche in una società ‘in corsa’.
Che consiglio darebbe alle nostre lettrici che sono abituate a ‘mettersi a dieta’ seguendo le diete delle amiche o lette da qualche parte? Quanto è importante la visita di uno specialista?
Ciò che è importante non è tanto la visita con uno specialista, ma la visita con un medico specialista serio, coscienzioso, capace di ascoltare, comprendere e dare strumenti utili e fruibili
Costanza Cristianini per Margherita.net