Nel periodo estivo aumenta la propensione all’attività sportiva e quindi anche la frequenza delle dermatosi ad essa connessa. Tra queste quella di gran lunga più frequente è il piede d’atleta, più frequente nel soggetto maschile ma riscontrabile anche nel sesso femminile consistente in una desquamazione negli spazi interdigitali dei piedi talvolta anche con fissurazioni. L’agente responsabile è costituito da miceti che vengono trasmessi negli ambienti promiscui così diffusi in questo periodo: spiagge, palestre, piscine, spogliatoi.
Ma non dobbiamo dimenticare altre dermatosi meno frequenti quali per esempio il cosidetto “black heel”, caratterizzato da chiazzette di colorito nero bluastro localizzate nei punti di appoggio del piede durante la marcia o il salto, spesso confuse con verruche plantari o altre neoformazioni, e le papule piezogeniche, lesioni rotondeggianti e soffici, anch’esse localizzate ai piedi, dovute ad un a erniazione del tessuto adiposo sottocutaneo.
E’ in questo periodo che aumentano le flittene traumatiche dovute allo sfregamento durante la corsa tra il piede e la scarpa e le callosità per traumi ripetuti, quali per esempio i noduli duri e indolenti che si riscontrano a livello della regione tibiale nei surfisti.
Anche le natiche in questo periodo possono essere interessate a dermatosi: la “natica del corridore” una iperpigmentazione da sfregamento che si osserva nel solco intergluteo durante i movimenti della corsa, e la “natica del rematore” indotta dallo sfregamento della panca metallica del vogatore.
Il nuoto nelle piscine predispone, oltrechè a effetti negativi sulla cute per disidratazione, anche a follicoliti soprattutto da pseudomonas aeruginosa (più frequenti in verità nelle vasche ad idromassaggio).
L’attività subacquea, poi, è fonte di numerosi problemi, dalle infezioni stafilococciche, alle abrasioni per surriscaldamento della muta fino alle vere e proprie dermatiti da pannolino (per chi rimane molto tempo sott’acqua).