Quando sintomi che solitamente ci farebbero preoccupare possono essere ricondotti ad una unica, per fortuna piacevole (ma a volte galeotta), spiegazione: sei innamorata.
Ok, partiamo dai sintomi. Sudorazioni improvvise, mancanza di sonno e di appetito, difficoltà di concentrazione, ansia e senso di allarme, intestino irritabile (è inutile che ridiate, molte ragazze sperimentano anche questo sintomo!)… a cosa vi fanno pensare? A due cose, fondamentalmente: o avete preso una brutta intossicazione alimentare o – ve lo auguriamo – siete più semplicemente innamorate.
Sì, perchè è oramai dimostrato che l’innamoramento può essere paragonato senza mezzi termini ad una malattia, almeno giudicandolo dai sintomi. Senza dubbio quello dell’innamoramento è uno stadio temporaneo (qualche maligno dice per fortuna).
Dopo qualche mese inizia ad attenuarsi. Ma intanto… intanto è tutto un andirivieni di ormoni, sostanze chimiche dai nomi impronunciabili, neurotrasmettitori impazziti…
Volete qualche nome, buttato là solo per farvi vedere che non ci stiamo inventando nulla? Allora cosa ne pensate di ossitocina, norepinefrina, dopamina e feniletilamina (che alcuni chiamano la molecola dell’amore e che – guarda caso – è presente in dosi massicce nella cioccolata!) tanto per citarne alcune?
Queste e altre molecole lasciate libere di girare all’interno del nostro corpo e del nostro cervello producono quegli effetti che abbiamo citato all’inizio dell’articolo, oltre a predisporci ad atteggiamenti a dir poco affettuosi, renderci romantiche all’ennesima potenza, pronte a dire di sì a qualsiasi proposta ci arrivi (ok, quasi qualsiasi proposta…).
Poi, per fortuna come dice qualcuno, passa. Sembra che addirittura sia il nostro stesso organismo a cercare di neutralizzare l’effetto di tutte queste sostanze. E di solito ci riesce. Dopo circa sette anni… vi dice niente questo numero? Avete mai sentito parlare della famigerata e temutissima crisi del settimo anno? Forse questa potrebbe essere una spiegazione scientifica ad un dato di fatto empiricamente accettato.
Ma l’innamoramento vero e proprio, quello in fase ‘acuta’che ci fa sentire i violini e camminare un metro sopra il suolo dura molto meno, pochi mesi, un paio di anni al massimo. Solitamente quanto basta per farci prendere decisioni importanti dalle quali non possiamo più tirarci indietro, nemmeno quando l’effetto dell’innamoramento si esaurisce. Quando, ormai, è troppo tardi. Alea iacta est (il dado è tratto) disse una volta Giulio Cesare…
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