Amore e innamoramento, due sentimenti molto diversi tra di loro anche se strettamente collegati. L’innamoramento è destinato a passare? E l’amore a durare? E a cosa serve – se serve a qualcosa – la fase dell’innamoramento? Sono domande che spesso ci poniamo e alle quali dare risposta non è sempre semplice. Noi cerchiamo di farlo con l’aiuto del Dott. Giovanni Porta, Psicologo psicoterapeuta di orientamento gestaltico, esperto in alimentazione e teatroterapia a Roma. Ecco cosa ci ha detto.
Può aiutarci ad individuare – dal punto di vista psicologico – le principali differenze tra il sentimento dell’amore e l’innamoramento?
L’innamoramento è lo “stato di grazia” che si verifica all’inizio di una nuova relazione con una persona che ci piace molto. Innamoramento è sinonimo di idealizzazione: nelle prime fasi di una nuova relazione, infatti, noi non vediamo realmente l’altro, ma gli proiettiamo addosso ciò che vorremo che fosse, le nostre speranze, desideri ecc. Ci “creiamo” tramite l’innamoramento il partner che vorremmo.
L’amore invece è invece un vero e proprio sentimento, quindi più stabile (certo, non immutabile), ed è frutto di una profonda conoscenza dell’altro, dell’accettazione dei suoi difetti e del suo modo di stare nel mondo, per quanto diversi dai nostri. L’amore si basa sull’aver avuto con l’altro tante esperienze soddisfacenti nel corso del tempo, è la sensazione che la nostra vita sia un arricchita dalla presenza del nostro partner.
È possibile che la differenze tra amore e innamoramento siano funzionali ed utili all’economia della coppia prima, e della famiglia successivamente. Se questa affermazione è vera, in quale modo ed attraverso quali meccanismi amore e innamoramento svolgono questa loro funzione?
L’innamoramento serve a vincere la paura dello sconosciuto, è un filtro dorato che ci fa dimenticare quanto siamo terrorizzati a passare tanto tempo con una persona che non conosciamo quasi per niente. In questo senso, è funzionale alla formazione della coppia.
L’amore è un sentimento composto da tanti elementi, tra cui la fiducia nell’altro e il piacere di stare con lui. Questa fiducia e questo piacere sono elementi fondamentali per una pianificazione esistenziale comune, ad esempio per costruire e sostenere una famiglia e dei figli.
Si legge spesso di ricerche scientifiche che avvicinano i sintomi dell’innamoramento classico a quelli di una vera e propria malattia (sudorazione, tachicardia, ansia, solo per fare alcuni esempi). Cosa ne pensa lei? È possibile che quella dell’innamoramento sia una fase ‘patologica’ dalla quale prima o poi si guarisce?
L’innamoramento è una fase da cui naturalmente prima o poi si “guarisce”: prima o poi, tutte le idealizzazioni sul nostro partner crollano perché non reggono il peso della realtà. Come può la persona di cui siamo tanto innamorati mostrarsi a volte così scorbutica, insensibile, ingiusta? Come può non cogliere al volo i nostri bisogni? Il crollo dell’innamoramento è una fase necessaria per passare all’amore “reale”, quello in cui conosciamo pregi e difetti del nostro partner e decidiamo lo stesso di avere una relazione con lui/lei. Di solito, più è intenso l’innamoramento, più sarà profonda la crisi di coppia conseguente al crollo delle iniziali idealizzazioni. Alcune coppie, però, sopravvivono…
Perché ci si innamora?
Da un punto di vista biologico, l’innamoramento è uno stato di profondo benessere che consente a due persone che si attraggono di avvicinarsi, conoscersi e – se le cose funzionano – creare un legame stabile. In pratica, è un incentivo che la natura ha posto sul cammino della riproduzione e del mantenimento della specie.
Negli animali, le scelte sessuali e familiari sono profondamente basate sull’istinto e la maggior parte degli animali è poligama.
Negli esseri umani, invece, nel tempo si sono evolute forme di relazione maggiormente incentrate sulla stabilità e sulla monogamia (anche in ragione della enorme quantità di tempo da dedicare all’accudimento dei piccoli prima che essi diventino autonomi). In questo senso, l’innamoramento e l’amore sono strumenti fondamentali per creare (innamoramento) e mantenere (amore) il tipo di struttura familiare necessario al sostentamento e all’evoluzione della specie umana.
Amore ed attrazione sessuale. È una lunga e forse irrisolvibile diatriba, quella che vede contrapposta la visione ‘maschile’ di amore ed attrazione sessuale non necessariamente correlati, e quella più ‘femminile’ che non vedrebbe l’uno senza l’altro. È davvero così, secondo lei, anche nel ventunesimo secolo?
A mio avviso, sia nell’uomo che nella donna l’attrazione sessuale esiste senza che sia necessariamente sostenuta da un sentimento di amore. Purtroppo, ancora oggi, il desiderio sessuale femminile svincolato dall’amore è piuttosto colpevolizzato da una cultura ancora troppo tradizionalista, e personalmente spero che in futuro una reale parità riconosca a uomini e donne un uguale diritto a provare attrazione sessuale per chi vogliono e nel modo in cui vogliono, senza che tali desideri siano in alcun modo giudicati e condannati.
Detto questo, l’attrazione sessuale maschile e quella femminile seguono percorsi diversi. Più “animalesca” negli uomini (più reattivi ad alcune caratteristiche fisiche del sesso femminile), più mentale nelle donne (che necessitano, per essere attratte da qualcuno, di un processo di fascinazione in cui i tratti fisici maschili non sono assenti, ma nemmeno così marcatamente in primo piano).
Spesso, è difficile mantenere negli anni una vita sessuale soddisfacente all’interno della propria coppia. Mentre la creazione dell’attrazione sessuale verso una persona nuova è un processo piuttosto veloce e spontaneo, mantenere a lungo delle relazioni sessuali appaganti richiede una grande dose di presenza, umiltà e capacità di comunicare le proprie esigenze, nonché di accettare quelle dell’altro. In altre parole, per mantenere negli anni una vita sessuale soddisfacente serve amore, o almeno una grande dose di apertura, delicatezza e cura.
Ringraziamo il Dott. Giovanni Porta
http://www.giovanniporta.it
Psicologo psicoterapeuta di orientamento gestaltico, esperto in alimentazione e teatroterapia
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