Da che sono mamma ho letto di tutto e di più sulla maternità: saggi, manuali, romanzi, blog. Forse ho letto troppo a dire la verità, sono arrivata addirittura a provare empatia nonché simpatia per Amy Chua, avete presente la ‘mamma tigre’ che sostiene i metodi duri per crescere figli di successo? E’ lì che mi è venuto il sospetto di avere esagerato.
Ormai comunque so tutto sull’argomento, chiedetemi qualsiasi cosa su gravidanza, parto e post partum e una risposta ve la saprò dare, anche citando sociologi e scienziati famosi. Ma ciò che ho imparato soprattutto in anni di ‘studio’ è che in questo campo nulla si crea e nulla si distrugge. Le frasi delle mamme rimangono a galleggiare nella blogosfera e ogni volta che una nuova mamma nasce insieme a lei vede la luce un nuovo blog. E allora ecco che gli argomenti si ripresentano come in una ruota che gira: allattamento al seno sì o no, lavoro sì o no, fate la nanna, non fate la nanna, pannolini lavabili oppure quelli inquinanti ma profumati, ecomamme, mamme multitasking, mamme nevrotiche, isteriche, bambini prodigio…. Un turbinio di concetti, dogmi, ideologie che quando i figli crescono ti fanno venire i brividi. Ti guardi e ti chiedi se eri proprio tu a dire e soprattutto a pensare quelle cose.
Poi in un pomeriggio d’estate un po’ per noia un po’ per curiosità leggi il blog mammesco sul quotidiano più letto d’italia e ti accorgi che anche le giornaliste diventano mamme e scoprono all’improvviso che lavorare e fare la mamma è difficile e da equilibriste nonostante siano solitamente tatadotate, ma con tanto impegno ce la si può fare. E allora capisci che quando concetti ripetuti e sviscerati sui blog per anni vengono ripresi anche dai giornali tradizionali, è giunta finalmente l’ora di parlare d’altro.