L’emicrania è sempre stata considerata un grave disturbo da cercare di tenere sotto controllo, ma dal quale non è veramente possibile guarire completamente. Eppure la ricerca medica ha fatto dei passi importanti anche in questo campo, e ci sono nuove terapie e nuove possibilità di cura che promettono buoni risultati. Ne abbiamo parlato con il Dott. Carlo Lovati, Neurologo MD, PhD, responsabile del Centro per lo studio e il trattamento delle Cefalee dell’Ospedale Luigi Sacco di Milano, ecco le risposte dello specialista.
Cosa propone oggi la medicina per cercare di risolvere questo importante disturbo? È un problema che si può solo attenuare, oppure l’emicrania può essere tenuta sotto controllo con le giuste terapie?
Il crescere delle conoscenze sulle caratteristiche peculiari del cervello emicranico stanno fornendo da anni nuove strategie per prevenire gli attacchi e per cercare di spegnerli quando ormai presenti. La scoperta del ruolo del CGRP nello scatenamento dell’attacco ha portato ai triptani, tanto utili nel controllo dell’attacco e all’uso della tossina botulinica che da anni è impiegata per fare profilassi dell’emicrania.
Meno recentemente era stato dimostrato il benefico uso di antidepressivi triciclici, topiramato, betabloccanti, tutti utilizzati nella prevenzione dell’emicrania. Le continue evidenze sul ruolo di certi integratori, primo fra tutti il magnesio nelle sue formulazioni più assorbibili come quello pidolato, sostengono la tendenza a supplementare la maggior parte dei pazienti con alta frequenza di crisi per renderli più resistenti agli scatenanti.
In che direzione si muove la ricerca nel campo dell’emicrania? Quali le più interessanti e promettenti strade per il futuro della terapia dell’emicrania?
Sempre in conseguenza delle evidenze sul ruolo del CGRP nello scatenamento dell’attacco emicranico sono ormai in dirittura d’arrivo alcuni farmaci anti CGRP o anti recettore del CGRP che sembrano molto promettenti nella prevenzione degli attacchi.
Si stanno poi percorrendo strade non farmacologiche quali la musicoterapia, la neurostimolazione, certe diete particolari come quella chetogenica, tutte volte a riportare questo cervello ipereccitabile ed ipoenergetico ad una condizione di minor sollecitabilità e di maggior resistenza agli stimoli.
Si ringrazia il Dott. Carlo Lovati, Neurologo MD, PhD, responsabile del Centro per lo studio e il trattamento delle Cefalee dell’Ospedale Luigi Sacco di Milano, tutor nel contesto del corso di Malattie del Sistema Nervoso della facoltà di medicina dell’Università statale di Milano – polo Vialba – [email protected]
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