«Dalle 9 alle 18 con una pausa pranzo in mezzo, abbiamo visto scomparire il caffè con i colleghi, il chiacchiericcio utile anche a fare quattro passi tra un piano e l’altro, a farsi venire in mente idee, a stringere relazioni, a chiarire dubbi in maniera informale e quindi veloce. Tra una call e l’altra le pause sono proprio scomparse. Non c’era più tempo. Siamo andati in burnout. Io per giorni non ho fatto altro che call. Ho cambiato lavoro durante il lockdown e molte delle mie videochiamate erano con colleghi nuovi che, presentandosi, mi raccontavano del lavoro che stavano facendo non ho mai faticato tanto a conoscere ed entrare in contatto con persone nuove»
Pare che in Giappone abbiano chiesto a Zoom di prevedere una disposizione gerarchica dei partecipanti ai meeting digitali, in modo che i capi ottenessero un posto di rilievo nella griglia dei volti. È un’ottima metafora del modo in cui il mondo del lavoro – e la leadership – non sono riusciti a adeguarsi al cambiamento in corso.
Ma il lavoro non sta cambiando ora: è sempre in evoluzione, come tutto. Grazie alla tecnologia, all’innovazione, alla consapevolezza mutata della società . Lo smart working è un lascito durevole della crisi e modificherà in profondità il nostro modo di lavorare, fare riunioni, gestire routine, fissare obiettivi, ma non è la causa unica del cambiamento. Siamo noi, perché il lavoro è prima di tutto un luogo di relazioni e interazioni, e la chiave per rendere un lavoro migliore, più efficace e gratificante di un altro sta nella leadership. Un cattivo capo può rendere impossibile un ambiente di lavoro, danneggiare i risultati e deteriorare la salute mentale delle persone. Era vero prima ed è ancora più vero oggi che lo smart working ha reso più immateriali – e complesse – le nostre dinamiche quotidiane . Quanti (molti) più danni può fare allora un pessimo capo, oggi?
DOMITILLA FERRRARI, docente di Comunicazione Digitale all’Università di Padova, lavora come Chief Marketing Officer a Milano, dove vive . È tra le più influenti esperte di marketing e digitale in Italia. Crede che il mondo sia piccolo e le connessioni un dono. Considerata una celebrità nel campo del networking ne ha scritto in Due gradi e mezzo di separazione. Come il networking facilita la circolazione delle idee (e fa girare l’economia) (Sperling & Kupfer 2014 ) e in Se scrivi fatti leggere . L’importanza della riconoscibilità in Rete (Sperling & Kupfer 2015).
Titolo Il pessimo capo
ISBN 9788830457140
Autore Domitilla Ferrari
N° di pagine 192