Approfittiamo dell’estate, che tutti considerano la stagione degli amori tanto effimeri quanto passionali, per parlare dei rischi connessi alla nostra salute. ‘Quella’ salute. Ma il pretesto è in effetti solo un pretesto, perché una corretta informazione ed educazione è importante tutto l’anno, e per farlo abbiamo chiesto alla Professoressa Roberta Rossi dell’Istituto di Sessuologia Clinica di Roma di aiutarci a stilare un breve elenco di importanti cose da tenere bene a mente questa estate, ma anche nel prossimo autunno, inverno, primavera dell’anno prossimo… state bene a sentire!
Premesso che l’astinenza – spesso presentata come la misura più sicura per la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili – è pressoché impraticabile, quali sono i consigli che può dare a chi ci legge, uomini e donne, per cercare di ridurre le possibilità di contrarre una infezione sessualmente trasmissibile? Non si faccia problemi, ci indichi anche le cose apparentemente più scontate perché come lei ci insegna, in questo campo di scontato non c’è nulla.
La risposta è molto semplice, mettici la testa e usa il profilattico. Ad oggi è l’unico dispositivo che ha uno specifico ed efficace effetto di protezione nei confronti delle diverse infezioni sessualmente trasmissibili. E deve essere usato sin dall’inizio del contatto tra i genitali, altrimenti la sua efficacia si annulla. Poco conosciuto e diffuso è il profilattico femminile, altro pratico ed efficace strumento che le ragazze possono imparare ad utilizzare anche in maniera autonoma. Il profilattico è indispensabile anche nei rapporti orali e anali, o al suo posto è possibile utilizzare il dental dam: si tratta di un piccolo foglio di lattice che funziona come barriera tra la bocca e la vagina o tra la bocca e l’ano.
“Mi sembra una ragazza pulita”, o “è un ragazzo a posto” sono già degli elementi utili per giudicare e valutare il possibile rischio di un rapporto? O la guardia va sempre tenuta alta, anche quando si pensa di aver a che fare con una persona ‘a posto’?
Non si tratta di essere a posto o meno, basta un unico rapporto sessuale non protetto per poter incorrere in una infezione sessualmente trasmissibile, e questo è valido in entrambi i sensi. Spesso si dice che richiedere l’uso del profilattico nel rapporto può essere letto come segno di sfiducia nell’altro, proporrei di cambiare ottica e pensare che si tratta di una forma di rispetto per se stessi e per gli altri, un modo per prendersi cura della salute sessuale.
Capita che un rapporto, nonostante le migliori intenzioni, possa essere protetto solo parzialmente, un po’ più tardi del dovuto, o solo per certe pratiche e non per altre. Domanda pratica: quanto è importante l’igiene dopo un rapporto non completamente protetto? È come chiudere la stalla dopo che sono scappati i buoi, oppure è sempre meglio di niente?
L’igiene intima può essere un rimedio per minimizzare il rischio se dovesse rompersi un profilattico, in questo caso si dovrà rimuovere lo sperma dai genitali, dall’ano o dalla bocca, ma ricordiamo che non è una soluzione in nessun caso. Le protezioni parziali o relative solo ad alcune pratiche vanne evitate. C’è anche da tenere conto che molte infezioni non danno sintomi precisi, per questo è importante sapere cosa fare e quando, successivamente ad un rapporto non protetto, rivolgendosi ad un medico.
Capita che all’interno di una coppia uno dei due partner abbia un momento di debolezza. Questa domanda è rivolta alla psicologa. Come comportarsi quando si sospetta di aver contratto una infezione sessualmente trasmissibile? La domanda non è tanto se informare o meno il/la partner (la risposta è solo: sì) ma come farlo? Come si affronta una comunicazione tanto difficile?
Intanto si dovranno attivare i controlli necessari per stabilire se realmente si è contratta l’infezione, poi si dovrà avere il coraggio di affrontare la questione con il partner nella maniera più diretta possibile, questo potrà avere delle ripercussioni sulla coppia, ma è doveroso. Teniamo conto che il senso di colpa nel non parlare al partner a volte produce effetti psicologici peggiori. Se si fa fatica a parlarne da soli si può richiedere l’aiuto di uno psicologo. Dal 1 al 6 ottobre prossimo la Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica organizza la Settimana del Benessere Sessuale, quest’anno dedicata proprio alle infezioni sessualmente trasmesse, consulenti in tutta Italia forniranno consulenze gratuite. Le informazioni a breve sul sito www.fissonline.it
Se si teme di aver contratto qualcosa, o di aver corso qualche rischio, cosa si fa? A chi si rivolge? E come funziona per la questione della privacy? E se una persona non è ancora maggiorenne, deve obbligatoriamente informare i genitori?
Il primo contatto potrebbe essere il medico di famiglia che poi indirizza ai servizi HIV/AIDS/IST sul territorio, c’è anche il numero verde 800-861061 dell’Istituto superiore di sanità che fornisce informazioni e indicazioni. Le persone maggiorenni si possono sottoporre ai diversi test liberamente nelle strutture preposte, previo consenso informato e garantendo la riservatezza dei dati personali. Per i minori riguardo il test HIV la legge prevede che il consenso sia a carico dei genitori o di chi esercita la patria potestà. Se non si desidera comunicare ai genitori la decisione di fare il test, la prassi è quella di prendere in considerazione la richiesta se il minore ha più di 14 anni. Se dopo attento colloquio verrà effettuato il test, questa decisione sarà comunicata con le motivazioni al Tribunale dei minorenni. Il medico di famiglia rimane sempre il primo referente.
Ringraziamo la Prof. Roberta Rossi
Istituto di Sessuologia Clinica www.sessuologiaclinicaroma.it
Servizio gratuito di consulenza telefonica (0685356211) tutti i giorni feriali dalle 15 alle 19. Servizio gratuito di consulenza mail [email protected]