Intimità e relazione. La ricerca della vicinanza emotiva e fisica con gli altri è un bisogno appartenente a tutti gli esseri umani fin dalle prime fasi dello sviluppo. L’intimità è qualcosa di più, un concetto che può assumere diverse connotazioni in base al significato che si dà a questa parola, e solitamente si riferisce alla percezione di una connessione profonda con l’altro, dal quale ci si sente capiti e supportati. Si ha proprio la sensazione che lui o lei tenga a noi, ci si sente liberi di “mettersi a nudo”, fidarsi e affidarsi completamente all’altro, esprimere le proprie idee, i propri sentimenti, le proprie emozioni, o più semplicemente se stessi.
Tutto questo non è sempre facile, anzi, se ci si sofferma a pensare con quante persone si è stati davvero intimi, probabilmente risulteranno essere poche o addirittura nessuna. In una relazione sentimentale l’intimità è un processo dinamico, che si costruisce attraverso frequenti condivisioni, ma di cui l’elemento centrale non è la quantità di tempo trascorso insieme, bensì la qualità.
Talvolta si pensa che le coppie più unite siano quelle in cui si sta sempre “appiccicati”: se da un lato è vero che la vicinanza fisica può favorire l’intimità, troppo tempo insieme può aumentare lo stress intradiadico, cioè lo stress generale scaturito da fattori esterni (come il lavoro, le difficoltà economiche, gli eventi di vita stressanti) che si ripercuote sulla relazione e aumenta l’espressione di atteggiamenti negativi tra partner (agitazione, irritabilità, rabbia, comportamenti di ritiro come minore responsività e cura verso il partner, comportamenti di distrazione). Tutto questo, a sua volta, può generare discussioni e conflitti, ma i diverbi non sempre equivalgono a sintomi di gravi problemi di coppia. Al contrario, anche il litigio può diventare un momento di intimità e di confronto, attraverso cui gli individui esprimono a volte anche il peggio di loro stessi, offrendo così a ciascun partner l’opportunità di vedere degli aspetti dell’altro che spesso, soprattutto nelle prime fasi delle relazioni, rimangono celati. A questo punto si può decidere se “scegliere” nuovamente il partner, sulla base di un’idea più realistica della persona, nella sua totalità.
All’inizio di una storia, infatti, durante la fase di innamoramento, si tende a stare insieme il più possibile, a dare il meglio di sé e a vedere tutto (o quasi) come “perfetto”, compresi i difetti dell’altro, che sembrano adorabili e del tutto accettabili. Segue quasi sempre un momento critico, in cui anche quelle stesse caratteristiche che prima sembravano tanto amabili, diventano irritanti o addirittura insopportabili. Paradossalmente è proprio la crisi a permettere la creazione di un rapporto intimo, in cui ci si conosce davvero e ogni partner decide se accettare o meno l’altro in tutti i suoi aspetti. Questo processo di scelta e accettazione non avviene una sola volta nella vita, ma ogni momento di crisi della coppia può configurarsi come una nuova fase di transizione verso un’intimità più profonda e verso l’amore.
Sulla propria tendenza e capacità ad entrare in intimità possono influire diversi fattori, alcuni dei quali si riferiscono a caratteristiche personali e eventi di vita.
Le esperienze e i vissuti dell’infanzia hanno un impatto sulla costruzione dell’immagine interiore di sé, ma anche dell’altro: una rappresentazione positiva permette di percepire se stessi come meritevoli di amore e gli altri come affidabili, per cui aumenta la probabilità di avere relazioni soddisfacenti e intime. Viceversa, una rappresentazione negativa equivale a minori livelli di autostima e a una visione degli altri come inaffidabili, generando preoccupazioni e sentimenti di incapacità nei rapporti affettivi. Gli eventi di vita e le relazioni passate possono poi rafforzare le immagini positive oppure far sviluppare un doppio messaggio, che viene trasmesso in maniera più o meno inconsapevole anche al partner: “vorrei avere una relazione intima, ma allo stesso tempo ho paura di fidarmi e di soffrire”. Questa ambivalenza rispecchia sentimenti di paura, ma non protegge realmente dall’eventualità di una sofferenza futura, piuttosto rende l’intimità difficile da raggiungere, innalzando un muro invisibile di difesa.
Un primo passo per costruire un rapporto intimo può essere quello di individuare e riconoscere quali paure personali intralciano il percorso. È altresì importante imparare a sviluppare modalità di comunicazione aperte, chiare ed efficaci: puntare il dito sugli errori dell’altro e cercare di “interpretare” i suoi comportamenti e le sue parole, possono aumentare i sentimenti di rabbia e la percezione di non essere capiti in entrambi i partner. Al contrario, esprimere le proprie emozioni e ascoltare attivamente l’altro, avendo rispetto per ciò che sta comunicando, possono aiutare a negoziare e discutere in modo funzionale durante i conflitti. Lo sviluppo di tali modalità comunicative richiede un allenamento costante e quando si percepiscono difficoltà personali o livelli di conflitto troppo elevati, è preferibile rivolgersi a uno specialista esperto di problematiche di coppia.
Francesca Aversa
Istituto di Sessuologia Clinica
Per maggiori informazioni sul tema segnaliamo il servizio di consulenza telefonica gratuita dell’Istituto di Sessuologia Clinica di Roma (ISC) disponibile dal lunedì al giovedì dalle 15:00 alle 19:00 al numero 06 85356211. Un team di psicologi con specializzazione in sessuologia clinica risponderà alle vostre domande e fornirà indicazioni utili rispetto ai temi della sessualità.