Parliamo di gelosia, ma della sua forma più estrema, quella che va sotto il nome di ‘gelosia patologica’. Questo può significare, implicitamente, che forse non tutte le gelosie vanno viste in chiave negativa, anzi ci spingeremmo addirittura a sostenere che forse un po’ di sana gelosia non ha mai fatto male a nessuno. Ma c’è una soglia oltre la quale iniziano i problemi, non solo per chi ne soffre. Di gelosia patologica, e di come può essere controllata e magari superata parliamo con la Dott.ssa Simona Segantin Psicologa e Psicoterapeuta a orientamento psicodinamico a Milano.
Ci può aiutare ad inquadrare il sentimento della gelosia ‘fisiologica’, ma soprattutto a capire il punto oltre il quale la gelosia può essere definita ‘patologica’ con tutto ciò che ne consegue?
La gelosia è uno stato emotivo caratterizzato dalla paura di perdere la persona amata. Essere gelosi, in modo moderato, è normale. Tutti possiamo provare gelosia in certe circostanze, soprattutto nelle prime fasi di una relazione amorosa.
Bisogna però distinguere una gelosia normale da una gelosia patologica. La gelosia patologica è caratterizzata da pensieri irrazionali e ossessivi relativi alla possibile infedeltà della persona amata e può sfociare in passaggi all’atto intollerabili, estremi e pericolosi. La persona che prova una gelosia patologica ha bisogno di controllare il/la partner come se si trattasse di un oggetto: deve sempre sapere dove si trova e con chi, pretende di limitare la sua libertà di azione.
In un colloquio, ad esempio, una paziente mi riferì che il partner le aveva “fatto una scenata” e l’aveva aggredita solo perché quel giorno lei aveva deciso di tagliare i capelli. Nella mente del fidanzato quella decisione non poteva che sottendere un intento seduttivo e un desiderio di cambiare partner.
Uomini e donne. Si parla di gelosia, quella seria, quella che crea problemi se non addirittura drammi, e si tende istintivamente a pensare al maschile. È così? Gli uomini sono più gelosi delle donne, o si tratta di una questione che riguarda uomini e donne in egual misura?
Da psicologa clinica non sono in grado di fornire dei dati statistici. Nella mia esperienza tuttavia la gelosia non è certamente un fenomeno esclusivamente maschile, ma riguarda sia gli uomini che le donne.
Laddove le donne proveranno tristezza e si lamenteranno, gli uomini sperimenteranno collera che potrà sfociare in violenza fisica e verbale
Per spiegare allora perché la gelosia maschile debordi molto più che nelle donne in episodi gravi e violenti si può riconoscere come la psicologia maschile sia caratterizzata da una maggiore tendenza al passaggio all’atto e da una minore capacita di verbalizzazione delle emozioni, rispetto a quella femminile. Laddove le donne proveranno tristezza e si lamenteranno, gli uomini sperimenteranno collera che potrà sfociare in violenza fisica e verbale.
Gelosia e cultura. Quanto conta la cultura quando si parla di gelosia? Gli stereotipi vogliono le culture mediterranee più inclini a soffrire di gelosia rispetto ad altre culture più nordiche e ‘freddine’ almeno così si pensa. Quello della gelosia è un sentimento determinato culturalmente, oppure intervengono altri meccanismi psicologici – soprattutto nei casi più gravi di gelosia cosiddetta patologica?
I valori e i costumi di una cultura giocano sicuramente un ruolo nel legittimare o meno certe espressioni emotive, nel determinare se un comportamento si può esprimere liberamente o deve essere controllato. Esiste sempre una complessa interdipendenza tra componente individuale e contesto sociale e culturale. Tenendo conto di questa complessità, non bisogna tuttavia trascurare la comprensione psicologica del sintomo, in particolare di fronte alle sue manifestazioni più gravi.
Amare una persona significa volere il suo bene e la sua realizzazione e accettare che sia libera e indipendente.
La gelosia, nelle sue manifestazioni morbose, cela sempre una ferita narcisistica, delle lacune a livello di immagine e stima di sé. La persona gelosa non è in grado di gestire in modo sano i suoi bisogni affettivi: i suoi comportamenti aggressivi e svalutanti e i suoi tentativi di controllo sul partner sono strategie disfunzionali per far fronte alle sue mancanze e assicurarsi il possesso del partner, nei confronti del quale vive un profondo sentimento di inadeguatezza.
Essere gelosi significa amare?
Assolutamente no. Contrariamente all’immaginario comune che vede nella gelosia una manifestazione d’amore, possiamo dire che essere gelosi non significa amare l’altro, ma piuttosto amare se stessi.
Amare una persona significa volere il suo bene e la sua realizzazione e accettare che sia libera e indipendente.
Desiderare il possesso e cercare di avere il controllo su un’altra persona non significa amarla ma trattarla come un oggetto, una proprietà personale.
Come affronta lo psicoterapeuta il problema della gelosia patologica? Si tratta di una terapia di coppia? Ci può illustrare i modi e le terapie più indicate in questi casi? Cosa si deve aspettare una persona, o una coppia, quando si rivolge allo specialista per cercare aiuto?
Non esiste una risposta univoca: la psicoterapia è un lavoro creativo che va adattato alla domanda della persona, sempre diversa, che si ha di fronte. Personalmente ritengo che sia più utile affrontare il problema individualmente e non in coppia, lavorando con la persona che ha fatto richiesta e che è motivata a fare un lavoro di introspezione.
Nel caso di un lavoro con la persona che sperimenta la gelosia, il paziente dovrà essere accompagnato a riconoscere e comprendere la gelosia come un’emozione pervasiva che denuncia la sua paura di essere abbandonato, la sua insicurezza e scarsa fiducia in sé e dovrà essere aiutato a lavorare sulla sua autostima. L’obiettivo della psicoterapia sarà quello di arrivare ad accettare l’alterità del partner e l’incertezza della relazione come elemento necessariamente insito in essa, per quanto doloroso.
Personalmente ritengo che sia più utile affrontare il problema individualmente e non in coppia, lavorando con la persona che ha fatto richiesta
Anche il partner della persona gelosa soffre e può aver bisogno di aiuto. In questo caso l’obiettivo della psicoterapia sarà quello di aiutarlo a gettare uno sguardo nuovo sulla situazione: comprendere la sofferenza del partner, alla base del suo comportamento sintomatico, imparando ad evitare quei comportamenti che rischiano di renderlo complice di questa dinamica malsana.
Ringraziamo la Dott.ssa Simona Segantin
Psicologa e Psicoterapeuta a orientamento psicodinamico a Milano
https://www.psicologasegantin.it/
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