Nel lavoro spesso si fanno scelte al ribasso, ci si accontenta di un lavoro che non piace, che non soddisfa o di un livello lavorativo più basso di quello a cui si potrebbe aspirare. A livello affettivo è la stessa cosa, ci si accontenta… l’autostima, o meglio, la mancanza di autostima è un problema molto diffuso e sentito. È un problema che causa grande disagio, su differenti livelli. Da quello personale a quello di relazione, a quello lavorativo. Ne parliamo con la Dott.ssa Laura Izzi, Psicologa e life & work Coach a Torino, Milano, Bordighera.
La prima domanda che le vorremmo porre è la seguente: quello della mancanza di autostima è spesso visto come un problema ‘da donne’. È proprio così?
La mancanza di autostima colpisce uomini e donne, ma è vero che in percentuale sono in maggioranza le donne a soffrirne. Spesso questo è dovuto a meccanismi di svalutazione che la donna fa spesso più suoi, anche in famiglia.
Come si diagnostica la mancanza di autostima? Quale è il confine tra una condizione di normalità e una condizione che inizia ad essere patologica?
Il confine della patologia è sempre individuato nell’impossibilità di condurre una vita normale. In questo caso si ha un comportamento di evitamento di tutte quelle situazioni in cui ci si espone, ci si mette alla prova, si compete. Di solito condiziona scelte importanti, lavoro, affetti, amicizie. E non consente di sentirsi adeguati alle situazioni che la vita ci pone di fronte.
Quali sono i problemi più importanti a livello personale e lavorativo, e quelli che lei riscontra con più frequenza nella sua pratica professionale in chi si rivolge a lei per ricevere aiuto?
Di solito livello personale e lavorativo vanno di pari passo. Nel lavoro spesso si fanno scelte al ribasso, ci si accontenta di un lavoro che non piace, che non soddisfa o di un livello lavorativo più basso di quello a cui si potrebbe aspirare. A livello affettivo è la stessa cosa, ci si accontenta, si accettano situazioni relazionali insoddisfacenti o addirittura violente. Oppure si rimane soli ma non per una scelta consapevole.
Come si affronta questo problema quando questo interferisce troppo con la nostra vita quotidiana? A chi ci si rivolge, e cosa ci si può – realisticamente aspettare in termini di miglioramento?
E’ importante saper chiedere aiuto. Quando l’autostima è molto bassa spesso non ci si sente in grado nemmeno di chiedere aiuto. Si pensa di non meritarlo! Invece è importante farlo perché un aiuto psicologico offre importanti risultati. Naturalmente ciò che si può ottenere è soggettivo, ma senz’altro, se si ha costanza nel lavorare su se stessi, si può ottenere molto, in termini di qualità della vita, di soddisfazione personale, di serenità.
Quali i suoi consigli a chi soffre di un problema legato all’autostima? Come affrontare la vita di tutti i giorni, come ‘farsi forti’, come provare a superarlo?
Intanto senz’altro cominciare a pensarsi come una persona unica e per questo preziosa. Chi ha problemi con la propria autostima è solitamente una persona con una profonda sensibilità, che valorizza poco. A chi viene in studio di solito chiedo anche di lavorare sulla sua postura. Una postura ben dritta con le spalle aperte è in grado di far affrontare le situazioni con maggior coraggio. E poi rivolgersi ad un buon psicologo o psicoterapeuta per andare a fondo del problema e trovarne la chiave.
Grazie
Ringraziamo la Dott.ssa Laura Izzi, Psicologa e life & work Coach
Torino, Milano, Bordighera
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