In quanto evento descritto, per la prima volta, nel Libro della Genesi la menopausa è stata il luogo del mito e della superstizione.
Solo negli ultimi decenni il riflettore di una seria indagine è stato puntato su un evento che, considerando la longevità della popolazione femminile e l’aumento della vita media, è pressoché centrale alla vita stessa.
Nel mondo attuale, con la prospettiva di vita femminile che si avvicina agli 80 anni, una donna può mediamente prevedere di vivere 30 anni – quindi un terzo della sua vita – in fase premestruale.
L’aumento della durata della vita, le rapide trasformazioni sociali ed il rilevante inserimento della donna nel mondo del lavoro hanno conferito al problema della menopausa e del climaterio una connotazione non più solo clinica ma anche sociale.
Menopausa deriva dalla parola greca pauien e significa terminare- essa infatti è il segno visibile della fine della funzione riproduttiva.
Compare in un’età media di 50,8 anni.
L’età media varia in modo sensibile nelle diverse aree geografiche in quanto al suo determinismo concorrono fattori socio-economici, ambientali e costituzionali.
La menopausa è per definizione l’ultima mestruazione.
Si parla di climaterio pre e post menopausale per definire rispettivamente il periodo che la precede e quello che la segue.
Per diagnosticarla occorre che passino almeno sei mesi dall’ultimo flusso mestruale.
Per molte donne menopausa significa grandi vampate di calore, irritabilità, sbalzi repentini e immotivati di umore, e soprattutto una irresistibile depressione.
In realtà oggi la medicina può fare molto per attenuare gli effetti della menopausa con la somministrazione di estrogeni sostitutivi.
Ma sono ancora poche le donne che chiedono al ginecologo di correggere gli effetti della menopausa mentre si potrebbe benissimo vedere anche un cambiamento ‘positivo’ che consenta di avere una più piena vita sessuale, libera, senza il problema della contraccezione con la riscoperta del sesso.
Conseguenze della menopausa
Dal punto di vista ormonale l’evento che segna la menopausa è la mancata produzione di estrogeni da parte dell’ovaia.
L’ipoestrogenismo è causa diretta di una costellazione di sintomi tipici del climaterio; incrementa inoltre l’entità di alcuni rischi patologici tra i quali l’arteriosclerosi e l’osteoporosi.
Il sintomo principale è rappresentato dalle vampate e dalle sudorazioni.
Tra gli altri disturbi frequentemente avvertiti dalla donna si evidenziano secchezza della mucosa vaginale, con conseguente difficoltà al rapporto sessuale, riduzione della libido ed un corteo di sintomi psicologici tra cui modificazioni del tono di umore, disturbi del sonno, sensazione di minore energia.
Occorre sottolineare come la causa di questo quadro psicologico sia da situare al confine tra reale carenza estrogenica e differenti modalità con cui la donna vive questo passaggio della vita.
Il problema si articola tra i vissuti soggettivi, i modelli socio-culturali, i comportamenti del partner, inserendosi così nel quadro tipico di ogni crisi di passaggio.
Dal punto di vista strettamente clinico è ancora più importante il rischio di patologie organiche che con la menopausa impatta sulla salute della donna.
La carenza di estrogeni è infatti diretta responsabile di un depauperamento del patrimonio di calcio scheletrico: dove la densità ossea diminuisce in maniera sensibile aumenta in misura significativa il rischio di fratture.
Oltre agli effetti negativi sulla massa ossea, il deficit di estrogeni ha conseguenze rilevanti sul sistema circolarorio: dopo la menopausa si ha infatti un aumento dei livelli di colesterolo, con accelerazione del processo arteriosclerotico.
L’effetto sull’apparato cardiovascolare include la comparsa di ipertensione arteriosa e di cadiopatia coronarica.
Terapia ormonale sostitutiva
Quanto fin qui esposto rende ragione dell’importanza della Terapia Ormonale Sostitutiva – H.R.T. -mirata a vicariare la funzione ormonale estrogenica non più sostenuta dall’ovaia.
La H.R.T. si basa sulla applicazione di cerotti contenenti estrogeni associata alla assunzione orale di progestinici.
Ulteriori strategie terapeutiche sono rappresentate da compresse contenenti entrambi gli ormoni.
La H.RT. si dimostra tanto più efficace quanto più precocemente viene iniziata ed è comunque una cura a lungo termine: deve cioè essere protratta per diversi anni.
Viene scelta dal ginecologo il quale deve tenere conto delle preferenze espresse dalla donna e può essere instaurata solo dopo l’esecuzione di specifici esami strumentali che ne escludano eventuali controindicazioni.