In questa intervista al Prof. Dino Vaira, Professore Associato all’università di Bologna, Dipartimento di Medicina Interna e Gastroenterologia, parliamo del nostro intestino, e dei problemi che l’estate e il caldo possono causare. E come evitarli.
Caldo, cibi a volte non perfettamente conservati, sbalzi di temperatura, sono tanti i fattori che mettono a rischio la salute del nostro intestino soprattutto durante l’estate. Quali i suoi consigli, le abitudini da coltivare – e quelle da evitare – per mantenere sano ed efficiente il nostro intestino durante i mesi caldi?
E’ vero: i disturbi intestinali sono spesso più frequenti durante l’estate.
Il caldo e l’umidità possono indurre, se non si assumono liquidi e sali minerali in quantità adeguate, uno stato di disidratazione che, specie nei più piccoli e negli anziani, causa una sensazione di malessere generale e favorisce la comparsa di stipsi.
Inoltre il caldo e l’umidità, disturbando anche il riposo notturno, ci rendono più vulnerabili allo stress psico-fisico accumulatosi durante un anno di lavoro, con conseguenze negative sul nostro intestino.
Gli stessi periodi di vacanza, comportando una modifica delle consuete abitudini alimentari e comportamentali, possono essere motivo di irritazione per il nostro apparato digerente.
Consiglio innanzitutto di bere almeno 2 litri di acqua nell’arco della giornata, meglio se naturale, a piccoli sorsi e lontano dai pasti. Sono da preferirsi pasti piccoli e frazionati, ad orari il più possibile regolari, evitando sia di saltare il pasto sia di mangiare eccessivamente. In particolare la cena non deve costituire il pasto principale e deve distare alcune ore dal momento di coricarsi. Non assumere cibi o bevande troppo fredde mette al riparo dal rischio di fastidiose “congestioni”. Ugualmente, le donne, nonostante i richiami della moda, dovrebbero evitare di scoprire troppo la pancia per proteggere l’apparato digerente dagli sbalzi termici tra il caldo esterno e il freddo dei locali climatizzati.
E’ meglio evitare i cibi fritti e con condimenti troppo elaborati che appesantiscono l’intestino preferendo frutta, verdura, pesce e carne bianca al vapore o alla griglia. Con il caldo è buona norma prestare particolare attenzione all’igiene degli alimenti dall’acquisto alla preparazione e successiva conservazione. In particolare facendo la spesa è bene rispettare il più possibile la “catena del freddo” per evitare la sovracrescita batterica nei cibi e la frutta e le verdure crude vanno lavate accuratamente prima del consumo.
Quello dei probiotici è un concetto poco chiaro alla maggioranza. Cosa sono i probiotici, ma soprattutto dove si trovano, cosa guardare sull’etichetta del prodotto che si sta per acquistare?
I probiotici sono microrganismi vivi, non patogeni, presenti negli alimenti o aggiunti ad essi che, se assunti in quantità adeguata, apportano benefici alla salute dell’uomo.
L’effetto positivo sulla salute umana dipende, in primo luogo, dalla loro azione sulla flora batterica intestinale. Molti disturbi come la stipsi, la diarrea e il meteorismo dipendono da uno “squilibrio” tra batteri “buoni” e batteri “nocivi” all’interno del nostro intestino. Lo squilibrio può avere svariate ragioni dall’assunzione di antibiotici, alle infezioni gastroenteriche a un’alimentazione troppo ricca di zuccheri. I probiotici da una parte inibiscono la proliferazione dei batteri patogeni e la loro produzione di sostanze tossiche per l’organismo, dall’altra producono essi stessi sostanze benefiche per la mucosa intestinale riducendo così i processi infiammatori.
Prima di acquistare prodotti arricchiti con probiotici o gli integratori alimentari a base di probiotici consiglio di leggere attentamente le etichette.
Per esempio i fermenti lattici contenuti in molti yogurt in commercio, salvo diversa precisazione dell’etichetta, non possono essere considerati probiotici in quanto vengono in gran parte inattivati dai processi digestivi e non arrivano vitali a livello intestinale. Fortunatamente la legge italiana è rigorosa su questo tema.
I principali tipi di probiotici sono i Bifidobacteria e i Lactobacilli. Per avere un effetto benefico bisogna essere costanti nell’assunzione (almeno 2-3 settimane).
Gli antibiotici. Quali vanno portati nella borsa dei medicinali, e in quali casi vanno usati, e quando invece no?
Gli antibiotici sono farmaci potenti: assunti correttamente ci aiutano a guarire dalle infezioni ma come tutti i farmaci possono dare reazioni avverse e, soprattutto, se assunti in modo non corretto, possono risultare non solo inefficaci ma anche dannosi.
Gli antibiotici vanno sempre prescritti dal medico che, sulla base dei sintomi e del quadro clinico generale del paziente, valuta qual è il farmaco migliore nel caso specifico. Sempre il medico darà al paziente le informazioni per una corretta assunzione del medicinale. Per esempio non bisogna mai sospendere un antibiotico prima della durata prevista e occorre essere regolari negli orari di assunzione: questo evita la formazione di ceppi batterici “resistenti” agli antibiotici stessi.
Inoltre è inutile assumere antibiotici per una infezione se questa è causata da un virus come accade ad esempio nel caso del raffreddore. Quindi conviene portarsi un antibiotico in vacanza solo se si va all’estero o comunque lontano da casa e sempre facendosi consigliare dal medico curante. Generalmente una febbre maggiore o uguale a 38°C per 2-3 giorni associata a mal di gola, tosse o bruciore urinario richiede una valutazione da parte del curante per decidere se iniziare o meno una terapia con antibiotico.
Esistono dei ‘disinfettanti naturali’, degli alimenti, o delle sostanze che si possono tranquillamente usare per aiutare il nostro intestino a difendersi dagli attacchi esterni?
Un’alimentazione varia con preferenza di cibi freschi e cucinati in maniera semplice, un’adeguata idratazione, un’attività fisica moderata ma costante, il giusto tempo dedicato al riposo notturno, evitando il fumo e l’abuso di alcolici, sono i fattori principali per aiutare il nostro intestino a funzionare al meglio. In altre parole uno stile di vita sano è il nostro miglior alleato per difenderci dagli attacchi esterni di batteri e virus.
L’uso di probiotici può, come si diceva prima, aiutare l’intestino a funzionare correttamente. Solo in casi particolari il medico può prescrivere farmaci che agiscono come disinfettanti intestinali (per esempio in pazienti con diverticolosi del colon).
Ringraziamo il Prof. Dino Vaira, Professore Associato all’Università di Bologna, Dipartimento di Medicina Interna e Gastroenterologia, Ospedale S. Orsola via Massarenti 9, Bologna
Alessio Cristianini per Margherita.net