La mammella è un organo-bersaglio della stimolazione ormonale ovarica ed ipofisaria. Durante tutto il periodo fertile della donna – dalla comparsa della prima mestruazione all’arrivo della menopausa – la mammella va quindi incontro a modificazioni cicliche legate all’influsso degli ormoni.
Le variazioni mammarie tendono ad essere maggiormente accentuate nel periodo compreso tra l’evento ovulatorio e la fase pre-mestruale; questo fatto è però molto variabile da un soggetto all’altro.
L’aumento di volume premestruale è legato ad un maggiore afflusso di sangue e ad un ingrandimento degli acini che rappresentano la struttura tipica della mammella. Nella fase premestruale spesso compare anche dolore – mastodinia. Un quadro molto frequente legato alla stimolazione estrogenica è la mastopatia fibrocistica:
Clinicamente questa entità può manifestarsi in due forme tipiche:
1- presenza di noduli, unici o multipli, mono o bilaterali – displasia fibronodulare
2- presenza di cisti, uniche o multiple, di dimensioni molto variabili – displasia cistica
Si tratta di un quadro di frequente riscontro, e comunque non è sinonimo di malattia tumorale maligna.
Diagnosi precoce e prevenzione delle patologie mammarie
L’opera del ginecologo è, a questo proposito, di importanza fondamentale: una visita scrupolosa non deve mai omettere l’esame clinico delle mammelle. Sarà compito dello specialista, inoltre, insegnare alla paziente la tecnica per eseguire mensilmente l’autocontrollo del seno.
Di volta in volta verranno richiesti gli specifici esami strumentali, sulla base del quadro clinico riscontrato e delle caratteristiche della paziente.
Le indagini di laboratorio più utilizzate sono due:
A – Ecografia mammaria, utilizza l’impiego degli ultrasuoni.
E’ tecnica elettiva quando l’età è giovane, e/o quando si vogliono studiare formazioni cistiche
B – Mammografia, sfrutta l’impiego dei raggi x.
E’ metodica elettiva per quadri sospetti per carcinoma, e rappresenta inoltre un mezzo valido di screening di massa per fasce superiori di età.
L’interpretazione del reperto mammografico richiede particolare esperienza, e la sua esecuzione corretta necessita di idonee attrezzature radiologiche.
L’autoesame del seno dovrà essere eseguito dalla paziente mensilmente, durante tutto il tempo compreso tra due successive visite specialistiche.
