Non esiste un metodo contraccettivo che si possa usare dai 18 ai 50 anni. Negli anni si cambia, cambiano le esigenze e lo stile di vita. Anche la contraccezione, quindi, deve essere modificata e sarà scelta secondo il momento, insieme al ginecologo ed eventualmente al partner.
A – METODI NATURALI
Sono dei metodi più utili quando si cerca una gravidanza che non quando la si vuole evitare.
Si basano sulla conoscenza di quando avverrà l’ovulazione.
a – il metodo del calendario – Ogino-Knaus considera fecondi i giorni che vanno dal 10° al 18° giorno a partire dall’inizio dell’ultima mestruazione.
b – il metodo della temperatura basale si basa sul fatto che durante l’ovulazione si ha un aumento della temperatura basale e si segue quindi, con un diagramma, l’andamento della febbre interna.
c – il metodo del muco cervicale – Billing’s prevede l’osservazione delle perdite vaginali che diventano più abbondanti chiare e viscose in fase preovulatoria.
Sono sistemi che implicano una grande conoscenza del proprio corpo e che tengono poco in considerazione le possibili alterazioni del ciclo.
B – ALTRI METODI
1 – spirale è un piccolo dispositivo in plastica con filo di rame talvolta medicato con ormoni che viene inserito nell’utero.
Ha il vantaggio di non interferire con l’equilbrio ormonale.
Può causare mestruazioni più lunghe ed abbondanti.
In genere viene prescritta alle donne che hanno già avuto figli e richiede una visita semestrale di controllo.
2 – pillola è un farmaco composto da due ormoni sintetici, simili ai principali ormoni prodotti dall’ovaia femminile – progesterone ed estrogeni.
L’azione principale consiste nell’impedire l’ovulazione.
Le nuove formulazioni a basso dosaggio ormonale permettono a quasi tutte le donne di usare la pillola.
E’ sconsigliata alle forti fumatrici, alle donne obese e a chi soffre di disturbi circolatori.
Deve essere prescritta dal medico, richiede una visita semestrale di controllo e un monitoraggio dei valori ematici.
3 – diaframma è costituito da una calotta in lattice inserita su un anello di metallo flessibile che le consente di aderire alle pareti vaginali.
E’ un metodo poco amato perché richiede una certa manualità: deve essere inserita in vagina prima di ogni rapporto ed estratta diverse ore dopo, e prevede l’uso di creme spermicide.
E’ un metodo poco sicuro.
4 – profilattico (o preservativo o condom) viene usato sin dall’antichità e un tempo era fatto con membrane animali.
Oggi è in lattice.
E’ l’unico contraccettivo maschile che funziona come barriera.
Si inserisce sul pene in erezione, copre completamente l’organo e raccoglie lo sperma.
E’ importante sottolineare che il profilattico è l’unico presidio in grado di proteggere dalle malattie a trasmissione sessuale.
La percentuale di successo è correlata al suo corretto uso.
METODO DA NON USARE
In italia 3 coppie su 10 ricorrono al coito interrotto, sistema pratico solo in apparenza perché la percentuale dei fallimenti è molto alta – 20/30%.
Il coito interrotto si basa su un comportamento sessuale controllato da parte dell’uomo, che riesce ad arrivare all’orgasmo ma eiacula fuori dalle vie genitali femminili.
Richiede una buona conoscenza di se stesso da parte dell’uomo, assieme alla capacità di esercitare un effettivo controllo psicofisico.
Nella pratica del coito interrotto gli aspetti psicofisici e psicosomatici sono veramente importanti.
E’ stato dimostrato che la percentuale di insoddisfazione è alta e che una certa tensione psichica si può attenuare solo con una lunga consuetudine. Il metodo, come s’è detto non è affatto sicuro.
La donna può trovarsi esposta all’evenienza di una gravidanza non desiderata a causa
– del mancato utilizzo di una metodica contraccettiva
– del cattivo utilizzo della stessa o, fortunatamente in un numero esiguo di casi
– per una violenza subita.
In questi casi deve essere chiesta al ginecologo la prescrizione della cosiddetta ‘pillola del giorno dopo’.
E’ un farmaco da assumere entro le 72 ore successive al rapporto a rischio.
E’ una strategia di emergenza e quindi da non usare come contraccettivo di routine.
Come contraccezione postcoitale si usa anche la spirale, che deve essere introdotta in utero nelle 24 ore successive al rapporto a rischio.